martedì 1 giugno 2010

Il filtro dalla partecipazione al potere comincia a 11 anni

Ieri in Olanda c'è stato il CITO-toets, un esame periodico che viene fatto regolarmente agli alunni delle elementari per valutarne i risultati in una serie di materie in base alla media nazionale. L'unico che serve veramente è l'ultimo, quello che si fa a 11 anni, perché in base a quello vengono date le raccomandazioni per la scuola superiore da seguire.

Ella, la bimba dei vicini, ha fatto questo. Stamattina sua sorella mi ha detto che aveva paura di aver cannato, ma mi sembra impossibile. A domanda la diretta interessata mi ha detto un formale: abbastanza bene, ma quando le ho spiegato che in genere ci sembra sempre di aver fatto peggio di quello che possiamo e che se lei pensa abbastanza bene sicuramente è andata molto bene, mi è sembrata sollevata.

Ella andrà al Gymnasium, immagino. che sarebbe non solo il liceo classico, ma anche la scuola che dà accesso diretto all'università. L'alternativa è l'Atheneum, che ha più o meno le stesse materie tranne latino e greco = materie classiche. entrambi durano dai 12 ai 18 anni. Ora ad Amsterdam il problema fondamentale è che c'è un Gymnasium al quale vale la pena di andare ed è il Barleus. Ci sono anche il Vossius che quanto a percentuale di fighettagine non scherza e un altro paio, ma il Barlaeus oltre ad essere il ginnasio storico in centro, è anche una monoscuola. Cioè è solo ginnasio.

Ha importanza? Per molti genitori, guarda caso quelli che hanno fatto pure loro il ginnasio e l'università si, è importante. Non solo per la questione fighettaggine, che ha pure il suo peso. Quanto per il fatto che alcuni anni fa il ministero ha incoraggiato la creazione di megascuole (magari anche divise in più succursali, ma amministrativamente insieme) perché più efficiente. E anche, era l'idea, perché un ragazzino che inizia a un livello troppo facile o troppo difficile ha sempre la possibilità di spostarsi a un altro tipo di scuola superiore senza uscire dalla scuola di provenienza e ritrovando i propri amici più o meno nello stesso edificio.

Ai genitori ambiziosi, o comunque a quelli che conoscono le capacità dei figli e le possibilità offerte dal sistema, il liceo senza uscite di sicurezza sembra però più serio. Questo perché il programma è tutto a un certo livello e non si fanno concessioni al fatto che in una scuola mista alcune materie valgano sia per il liceo che per altre tipologie di scuola (come l'atheneum, che sarebbe più ad indirizzo scientifico ma un pelino più in basso come status) e che magari quindi il livello del liceo è più basso per venire incontro alla preparazione degli alunni delle altre scuole. Questo perché nei licei olandesi ci sono una serie di indirizzi con materie fisse e poi delle materie a scelta. Le materie a scelta nelle scuole miste forse sono di più, ma molte in condivisione con altri livelli di istruzione.

Un po' come dire lettere fatte al classico o alle professionali (a me è rimasto impresso mio fratello che al I Itis mi spiegò che la Divina Commedia era scritta in latino, per questo loro la studiavano sulla parafrasi in italiano).

E una scuola che ha 4 volte il numero di iscrizioni rispetto ai posti per le nuove prime, è chiaro che stabilisce i criteri che vuole per l'accettazione e che quindi può scegliere di ammettere solo bambini (scusate, per me a 11 anni stiamo parlando di bambini) che abbiano certi voti al CITO.

Un CITO che come tutti gli esami, e specie quelli di importanza vitale, no necessariamente rispecchia l'effettiva preparazione di un bambino, che magari gli dice culo o al contrario si impappina per i nervi. Qui ad Amsterdam la situazione è così da anni, ci sono storie infinite di genitori del centro che mandano i figli a licei in provincia, pur di non iscriverli al liceo misto.

Ora, io salto volentieri i dettagli tecnici, perché non li so abbastanza. Ricordo solo che quando andammo alla prima giornata informativa per iscrivere Ennio alle elementari nel vecchio quartiere, che a suo tempo aveva le scuole strapiene con liste di attesa di 2-3 anni e considerato che iniziano a 4, Ennio aveva un anno quando siamo andati alla mattina info dell'Achthoek, l'elementare cattolica dietro l'allora casa. Da me scelta in primo luogo perché ci si poteva andare in bici da casa attraversando la strada una sola volta vicino la scuola, con gli addetti al traffico che aiutavano i bambini ad attraversare.

Insomma, queste all'epoca le mie preoccupazioni per la scelta della scuola. Il capo ne aveva di altre:
"Senti, secondo me, cioè, io e te abbiamo entrambi fatto il liceo e l'università, supponiamo per un attimo che anche lui cresce che può fare un liceo (da qui il genitore olandese che manco osa supporre, in nome del principio di uguaglianza ed equità, che suo figlio possa essere meglio della magica, aurea media che imperversa, n.d.b.), sarà il caso di informarci che criteri chiedono al Barlaeus?"
"Cristo, ha un anno, stai già a pensare al liceo".

Poi l'amica americana con padre prof universitario mi disse ridendo che suo marito aveva fatto lo stesso ragionamento. I padri olandesi che si preoccupano del futuro dei propri figli.

Bene, fanno bene.

Perché a me ci è voluto un bell'intervento di Elisabetta Materassi alla discussione seguita allo spettacolo di teatro filosofico Demo di Democrazia per capire di cosa si tratta esattamente.

Elisabetta, che non per niente insegna all'Università di Amsterdam e ha una figlia adolescente che il CITO con tutte le sue conseguenze occulte se l'è già fatto ci ha spiegato che così come è costituito il CITO serve essenzialmente a mantenere al potere il solito gruppo di olandesi maschi bianchi. (E infatti se andiamo a guardare chi sono gli ex-alunni del Barlaeus, ci sta mezzo parlamento e ancora di più se guardiamo alle legislazioni passate. e quelli che non stanno in parlamento dirigono le banche e le multinazionali. E si conoscono tutti tra di loro).

Fondamentalmente a un 15% di undicenni prevalentemente maschi viene consigliato, in base al CITO, il liceo. Un 40% tra cui anche le femmine intelligenti, vanno al Havo che è il gradino sotto. I bambini figli di migranti senza laurea, finiscono tutti, guarda un po', al vmbo che è questa specie di refugium peccatorum, a cui hanno aggiunto però ultimamente anche un indirizzo "teorico", si chiama così.

E ricordiamoci che a differenza dell'Italia, per passare da un gradino all'altro delle tipologie di scuola superiore ci vuole un anno integrativo. Quindi se cominci con il VMBO prima di entrare all'università ti tocca sgobbare e perdere del tempo.

Per carità, ne abbiamo di amici che si sono fatti tutto il cursus honorum e sono riusciti bene, Martin per esempio (il padre era ristoratore, non per dire) che non solo si è laureato in medicina e ha preso 2-3 specializzazioni, ma alla fine è diventato medico di famiglia con ambulatorio ostetrico, in pratica la specializzazione più lunga e difficile di medicina da queste parti.

Mia cognata invece che era una ragazzina timida e abbastanza chiusa, di quelle che hanno bisogno di tempo per sbocciare, anche a lei era stato consigliato l'indirizzo Havo. Sua madre si è impuntata. I 3 fratelli, il cui percorso scolastico e cognitivo lei era perfettamente in grado di confrontare con la figlia, il liceo l'avevano finito o lo stavano frequentando benissimo, per cui ha chiesto un anno di prova al liceo in quanto era sicura che con quell'anno in più la bambina sarebbe sbocciata.

Infatti è quella che si è laureata in veterinaria in tempi record, rispetto ai fratelli che sono tutti andati fuori corso. Solo che nel liceo in provincia dove la famiglia Diga la conoscevano da quando lo ha frequentato mio suocera c'era il posto e a quell'epoca la possibilità di farla provare. E no ci scordiamo che mia suocera è bravissima a sostenere le proprie posizioni con argomenti logici, cosa che io mi incazzerei o comincerei a balbettare e mi bollerebbero immediatamente come straniera emotiva da non prendere sul serio.

Qui ad Amsterdam al Barlaeus non te la daranno mai questa possibilità. Ed Elisabetta, giustamente si chiedeva: che messaggio passa ad una ragazzina intelligente che a un certo punto si accorge che i fratelli al liceo ci sono andati direttamente mentre lei ci deve mettere un anno extra e perdere per strada i suoi amici se cambia scuola, e insomma, hai veramente voglia di primeggiare o ti accontenti di quello che puoi e invece di diventare tu la manager ne diventi l'assistente che è pure un bel lavoro? (Il peresempio è mio).

Ecco, per questo a me è piaciuta moltissimo la discussione seguita a Demo di Democrazia: ci vuole delle volte la scusa e l'occasione per farsi un paio di chiacchiere serie e a un livello interessante con gente che ha voglia di pensare. Di questo pomeriggio filosofico avrei voluto scrivere molto prima e molto di più e meglio, perché abbiamo toccato argomenti interessantissimi, mi limito ad accennare a questo, sperando che nei commenti anche gli altri mi vogliano rispondere ricordandoli tutti.

E per Ella non ho dubbi, anche se lei è la prima delle 4 sorelle, buon sangue non mente e se la sua sorellina quest'anno il CITO lo ha fatto insieme a quelli della clsse più alta della sua, in cui ha seguito tutto l'anno matematica (e anche così era avanti a tutti, ma l'uguaglianza, eh? Mica puoi ammettere che ci sono bambini più dotati di altri) sono sicura che lei andrà in una scuola che le piace e che valorizzi le sue qualità.

Che poi alla fine il discorso scolarizzazione, eccellenza e carriera l'ho fatto tante volte con l'amica americana che temporaneamente è rientrata in patria e ha constatato che il livello della scuola (privata) lì solo per quanto riguarda le nozioni e il programma è molto più avanti che qui. E deprecava appunto il fatto che i bambini che prestano molto nella nostra scuoletta vengano penalizzati per mancanza di comprensione.

"You know, it's that sort of kids who in the end will run the country".
"I don't want them to run the country, I want them to do something they like and be happy".

Il che dimostra quanto olandese stia diventando pure io. O fricchettona, che non so cosa sia peggio.

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