sabato 26 giugno 2010

Figure e riconoscimenti

Inutile, io quando si tratta di fare brutte figure, mi ci impegno. Due anni fa a scuola per dei mesi non ho fatto altro che confondermi la mamma di Timo con la mamma di Abe. La mamma di Abe raccoglieva soldi per il regalo alla maestra che si sposa? E io correvo dalla mamma di Timo, ma mica con discrezione, proprio con:
"Fermaaaa, che ti devo dei soldi e continuo a scordarmi".
"Ma no, non li devi a me"
"Ma si, per la maestra"
"No, quella è la mamma di Abe".

E all'epoca erano tutte e due mie vicine, quando rientravamo con figli e biciclette dalla porta posteriore ci incrociavamo sempre, con l'una o con l'altra. (Il padre di Timo, onestamente, non so neanche se l'ho poi mai visto, con lui faccio ancora a tempo a confondermi).

"Ma figurati, mi fa il capo, io per un anno ho pensato che Abe e timo fossero fratelli" perché è vero che abitando nello stesso palazzo stanno sempre insieme e le madri se li palleggiano a turno.

Nel frattempo quest'anno Timo ha fatto calcio con Ennio e io mi sono abituata, ma l'attimo di incertezza ce l'ho sempre. D'altronde non mi si può dare al 100% torto.

"Ma voi in effetti vi somigliate un pochino", fece una volta quell'anima innocente di mio figlio, perché è vero, sono alte uguali, magrissime, stessi capelli biondastri portati corti alla diotifulmini, stesse facce magre, solo che la madre di Timo è più cordiale mentre l'altra è più abbottonata. Adesso che ci conosciamo da qualche anno, ecco.

Quest'anno ho fatto il bis con la mamma di Youssra, perché in un certo senso è fisiologico, finché stanno nella classe mista della materna di prima e seconda, i bambini vanno, vengono, li cambiano di classe da un anno all'altro e prima che io mi ricapi con le madri (che dico, io già non mi ricapo con i bambini) quel paio di anni che poi arrivano e fanno tutti la terza insieme come gruppo definitivo e alla fine mi abituo, io nel frattempo mi confondo.

Il punto è che un giorno la maestra mi prende da parte e mi fa:
"Sai, durante il disegno Orso ha disegnato sulla maglietta di Youssra, non l'ha fatto apposta, ma magari è meglio se parli con sua madre tu, la conosci no?"

A me in quel momento mi si è materializzata una dele madri con cui facevo la sorveglianza e dico, si, certo. Non sono mai riuscita a beccarla, ma nel frattempo Youssra è capitata nel mio gruppetto quando siamo andati a teatro e almeno lei l'ho inquadrata. Bionda, occhi verdi larghi, e un caratterino autonomo peggio di Orso. Ragazzi, che peperino che è questa qui a sei anni, il giorno che si fidanza questi uomini li farà correre.

Insomma, alla fine mi rimetto a fare sorveglianza, ribecco la madre che credevo fosse, ovvero Hassnae, e la acchiappo al volo e le faccio tutto un discorso e Orso, e la maglietta e Youssra e senti, vorrei tanto ricomprargli o la maglietto o un regalino, tu sei d'accordo?

Lei mi ascolta con santa pazienza a poi mi fa:
"Ma io non sono la mamma di Youssra".

Mi vede che faccio la faccia di quella che dice 'oddio che figura' che gli olandesi che sono un popolo della colpa magari ci sono meno sensibili e non ci fanno caso, ma noi popoli mediterranei, popoli della vergogna ce ne accorgiamo subito.

"Guarda, non ti preoccupare, io la conosco, non è tipo da farsene un problema, figurati".
"Si, però per favore glielo dici, che mi sento in colpa per quel vandalo di mio figlio?"

Chissà perché poi, io mi sento in colpa per tutto. Da piccoli ai giardini se volevano prendere un giocattolo di un altro o farsi un giro su un triciclo altrui. Che ci ho messo due anni a capire che qui siamo tutti molto ma molto rilassati con queste cose e nessuno mi giudica una madre di figli maleducati se non li fermo ad ogni respiro (eeeeeeh, il complesso del figlio maleducato della madre italiana, ce ne fossero di più, delle volte).

Il fatto è che ho il complesso della madre straniera, e del non ci facciamo subito riconoscere se facciamo le cose scontate in modo non scontato, insomma, che dirvi, ci devo ancora lavorare su questa cosa, ma per altre mi sono rilassata. Anche perché è un dato di fatto che io non sono molto brava a mettermi d'accordo e prendere appuntamenti con le altre madri.

Poi in altre occasioni e sempre in presenza di Hassnae, perché loro sono tutto un gruppetto di madri islamiche, praticamente quasi tutte col velo e a scuola le vedi fare gruppo a sé e chiacchierare, ho agguantato un paio di madri sbagliate. E pure ieri ala festa, alla fine ho beccato quella di Yusip. Meno male che era presente pure la madre giusta, che fra mille risate Hassnae si è decisa a presentarmi e spiegarle perché rompevo tanto.

Io, devo dire, per come sono di solito che mi viene da sprofondare per la vergogna e mi continua per dei mesi, ho preso la cosa con molto aplomb. Merito delle sessioni con la psicologa, non ci sono dubbi (che lo so io su cosa stiamo lavorando).

"Me almeno mi ti ricordi come mi chiamo", mi fa Mariam sfottendomi.
"Si, però un giorno mi dovrai spiegare bene se è Mariam, Miriam o Meriam", che è un dubbio che mi attanaglia da quando la conosco questa donna, solo che Anja, che lingue mediorentali le aveva pure studiate, mi spiegò con aria svagata e relax, che quella donna lì non si stressa per le cose serie, figurati per uno scambio di nomi:
"Ma sai, non è altro in fondo che un problema di trascrizione"
e io lo capisco bene, ma mi piacerebbe chiamarle giuste le persone a cui vado in casa.

Insomma, se diovuole ho parlato con la madre di Youssra, che era carina e bendisposta e ha detto si, ma certamente quando ho detto che volevo prenderle una maglietta nuova. Poi abbiamo capito che lei pensava che fosse stato Orso il danneggiato per il quale reclamavo una maglietta nuova io (che noi madri straniere di figli vivaci conosciamo i nostri polli e non ci sorprenderebbe se un giorno un poliziotto ce li portasse a casa avvertendoci che stavano dando scandalo in pubblico).

Allora ci siamo messe ancora più a ridere. E lei mi tranquillizza.

"Senti cara, bambini. Succede sempre. Mica compriamo vestiti cari e poi mettiamo assicurazione. Non serve, bambini sono così".

E con tutto questo casino, che dirvi, improvvisamente mi sono sentita anch'io parte di quel gruppo di madri lì, nonostante i problemi di comunicazione in olandese e sarà un guaio quando cambieremo scuola a rifarsi questi contatti che io ci metto tempo.

E il motivo per cui questa volta mi sono sentita un pochino extra in colpa, è che non a caso anche queste madri qui avevano qualcosa per cui si somigliano tutte e io mi confondo: avevano tutte lo stesso stile di velo doppio. E secondo me un po'si è capito che era per questo che me le confondevo.

E anche se è puramente una questione estetica (un po' allo stesso livello del un problema di trascrizione) sono sempre quelle cose per cui ti senti un pelino razzista, anche se a sproposito.

Ma adesso se non altro mi sono messa l'animo in pace e stamattina ho preso il pennarello per le stoffe e ho copiato il pesce della maglietta preferita di Orso, che ha la passione dei pesci (e non a caso è il suo segno, direbe l'amica strologa) su una maglietta bianca, perché l'originale è veramente da buttare.

Così mi sfogo io a disegnare sulle magliette altrui.

3 commenti:

Vera Matta ha detto...

forse questo ti consolerà.
scena, all'università, io e amica socievole che conosce tutto il mondo. Appunto lei viene fermata da una ragazza a me sconosciuta con grandi ciaaaaaao e baci e abbracci e dov'eri finita etc etc. Io che non mi sento chiamata in causa me ne sto in disparte, finché Amica socievole mi fa entusiasta "hai visto chi c'è?" e la Sconosciuta mi vede mi chiama "Veeeera ciaaaao" e mi sbaciucchia tutta. Mi vedo costretta a confessare in grande imbarazzo che non ricordo nulla di questa persona.
Morale, era una ragazza con la quale ho lavorato in cantiere tre anni fa. Giornate intere passate insieme solo noi due e un'altra, mica confusi nel gruppo.
E, non paga della figura, aggiungo tutta contenta: "ma hai cambiato colore di capelli!"
E lei "no, sempre stati così".
Ho sempre ritenuto di essere una attenta ed interessata (vabbuò diciamo pure incuriosita) dalle persone, forse è ora di farmi qualche domanda più approfondita...

Mammamsterdam ha detto...

Vera, uguale qui. Ma mica ogni tanto, più ero giovane più spesso succedeva.

Anonimo ha detto...

Confondere una persona con un'altra?? non riconoscere una persona (magari vista due minuti prima)??? naaa ... quando mai!!

Io NON riconosco i volti, non solo non sono fisionomista, è che non li capisco proprio. Avverto sempre sullo stile di 'cara/o guarda che se cambiamo stanza ed io non ti saluto è che non ti ho proprio riconosciuta/o'.

Quando i bambini erano all'asilo/elementari andavano in un complesso scolastico AL CUI INTERNO si trovava pure la piscina. Io, che parlo pure con le piante, andavo a prelevare le creature a scuola (spogliatoio, vesti, metti scarpe), chiacchieravo alla grande con le altre mamme, uscivo, attraversavo il giardino, portavo le creature in piscina (spogliatoio, svesti, metti costume) e NON RICONOSCEVO LE MAMME CON CUI AVEVO PARLATO TRE MINUTI PRIMA.

E' tutto dire, no?

/graz