lunedì 18 gennaio 2010

Ascanio Celestini, La Rivoluzione

Una delle cose per cui rimpiango di non aver vissuto in Italia negli ultimi 15-16 è che mi perdo, o scopro in ritardo, tanti artisti che invece mi piacciono un sacco.

Insomma, io secondo i vostri parametri magari arrivo, ma prima Noi siamo gli asini, ascoltato per puro caso su un Cd della radio (e i miei figli che erano convinti che si trattasse di de André/Mercanti di Liquore e mi facevano: metti il numero 6, quello del gorilla), però dopo tutta la discussione di un paio di giorni fa sul fascismo, mi è piaciuto tanto l'intro di questa canzone, che vi dedico in una giornata grigia e noiosa.



E rimpiango tuttora di non aver mai avuto occasione di ascoltare Celestini dal vivo, ma conto di approfittarne appena possibile.

2 commenti:

Panzallaria ha detto...

è bravissimo. uno dei pochi che smuove il pensiero unico all'italiana ;-)

un abbraccio
panz

Giuliana Cupi ha detto...

Confermo avendolo visto dal vivo più volte, quando puoi vai :-)
Giuliana