sabato 30 maggio 2009

Lo sguardo, no, anzi, insonnia

Oggi parliamo un momento di occhi e di sguardi e cinestetica varia per favore (no, ne parlo dopo perché come sempre le premesse mi sfuggono di mano). A cominciare dalla telefonata alle 7 di mia madre ieri mattina (ero sveglia dalle 5 e con 4-5ore di sonno totale in due giorni) io e Occhiomagico siamo andati a far foto.

La cecata (pare abbia una leggera cataratta, ma me la tengo, ha detto l' oculista la settimana scorsa) e lo sciancato (Occhiomagico è riuscito a farsi diagnosticare un' ernia al disco, prima di partire e si è comprato un carrellino fAVOLOSO PER PORTARE LE ATTREZZATURE, MA COME SI FA A USARLO IN UN PAESE DI SCALINI E SAMPIETRiNI, OLTRETUTTO A QUELL' ORA? sVEGLI TUTTI.(scusate, ma non ho tempo di riscriverlo adesso, ve lo tenete stampatello).

Poi mentre Uomodolce ci ha raggiunti in macchina, che ci ha chiesto di concedergli quella mezz' ora di sonno in più, e quando parti da SandeRocche in cima e arrivi alla Portappiedi in fondo, ti viene da chiamarlo:
"Pronto Radiotaxi? Ci venga a prendere al mascherone di fontana giù alla curva, che rifare la salita carichi di attrezzature e cavalletto non è cosa".

Insomma, eravamo a scattare foto che mi chiama la mia mamma e la prima cosa che mi dice è che si capisce dalla voce che io sono ad Ofena. Sono meno schizzata.

Ora, io forse questa cosa la devo spiegare bene una volta almeno. Io a Ofena, propriamente, non ci sono mai vissuta. A diciottanni ci ho preso la residenza sognandomi l' ultimo anno di univsersità in cui, libera dalla frequenza, mi sarei portata lì il computer per viverci mentre scrivevo la tesi.

Poi ho conosciuto il capo e la tesi l ' ho scritta altrove. La vita, sempre cose che non ti aspetti.

Cioè si, ci ho vissuto un anno, quando i miei lavoravano a Roma e solo con i figli mi sono spiegata bene cosa abbia (in parte me lo sono spiegata, eh?) causato esattamente nella mia fragile psiche bambina l' abbandono della mamma e del papà, perchè non scherzo, le strade all' epoca erano quelle che erano e venire da Roma a Ofena era una cosa che potevano permettersi solo ogni due settimane.

Io intanto facevo la principessa circondata dalle vecchie, ma ragazzi era così e basta, mica ero l' unica con i gentiroi che lavoravano fuori. La mia amica Emanuela ci ha fatto fino alle elementari con la nonna, mentre i suoi erano a Torino.

Insomma, adesso lascio perdere sennò il discorso si fa lungo, però quello che rappresenta per me la casa di Ofena, in cui in fondo non ho mai vissuto, è un pò quello che dice mia madre, che sono come quello che deve toccare terra per recuperare le forze.

A me è sempre bastato andare a Ofea e dormirci una notte, un paio d' ore, qualcosa. lo facevo sul serio: deviazione, parcheggio, entro in casa, dormo, mi faccio un giro per le stanze e riparto.

Come dormo lì non dormo da nessuna parte.

Ieri, con le poche ore di sonno, mentre Occhiomagico invasato si reggeva di adrenalina ed obiettivi e Uomodolce gli faceva notare le sinopie che io non avevo mai notato, io sognavo il momento in cui sarei rientrata a casa e ovunque, comunque, mi sarei fatta una dormita.

Poi ci siamo entrati, di nascosto, io da ieri sono dovuta diventare adulta.

O come dice Paola, fare i conti con il fatto che non hai più bisogno di niente nella vita. Ho tirato giù il ritratto di mio padre dalle scale, che il piano di sopra è quello messo tanto male. Che ne sai, se viene un' altra scossa?

Ho preso alcuni vecchi libri che mi servivano. Una sporta.

In dispensa tre barattoli di marmellata di fichi.

"Per carità", faceva Uomodolce da sotto l' arco della porta della camera da letto mentre io aprivo un cassetto del comò in cerca dei miei sandali e un maglione (fa un freddo, improvvisamente da quando siamo arrivati)"cerca di fare meno vibrazioni possibili". lo diceva a voce bassa, per non creare vibrazioni inutili.

Facile dirlo, quando apri uno di quei comò in legno che basta che tiri una maniglia un millimentro in più dell' altra per bloccare tutto.

Poi mi sono ricordata di cosa ha detto mia madre, e mi sono presa 3 barattoli di marmellata di fichi dal camerino.

Poi sono uscita, ho chiuso il porone a tre mandate, e ho cominiciato ad abituarmi a vivere senza niente. Perché tanto tutto quello di cui avevo bisogno, non lo avrò mai più.

Da ieri è cominiciata la mia vita da insonne.

3 commenti:

EricaML ha detto...

e mi hai fatto piangere... ma porca miseria perchè nn deve essere stato tutto un brutto sogno??un abbraccio

Mammamsterdam ha detto...

Piangere è una cosa molto sana, fa bene alle pelle, elimina le tossine.

Grazie per farlo insieme, ne elimina di più.

Federica MammaMoglieDonna ha detto...

<3