sabato 5 aprile 2008

Lo scazzo come momento pedagogico

Sono stanca. Sarà la primavera, l'accumulo degli scorsi mesi, il post-produzione, lo stress casa. E, mal comune, mezzo gaudio, anche il capo è stanco.

Così che il weekend è l'occasione ideale per gli scazzi intorno al desco familiare. Che anche queste sono occasioni di coesione. Poi ci si spiega, ci si bacia, e via con le incombenze finesettimanali.

All'annuncio che andiamo a lavare la macchina, Orso ha esultato: e allora andiamo anche alla vasca delle palle all'IKEA? che è tanto lontano.

Ma la cosa che non capisco: perché dopo gli scazzi gli gnorpoli si decidono a mangiare il pranzo amorosamente preparato dalla mamma, e prima invece cazzeggiano minacciando spuntini di Cracottes?

Àdesso è persino cessato lo scroscione portato da nuvolacce nere e che è durato giusto lo spazio di un pranzo. Non dico che sta uscendo il sole, ma potrebbe, ne ha tutta la luce.

Poi mi dicono che sono metereopatica.

Nessun commento: