giovedì 20 dicembre 2007

Al freddo e al gelo

Ieri sera il mio Orsetto come Gesù bambino a Betlemme. Abbiamo fatto la festa di Natale della scuola di Ennio, loro in classe a cenare tutti insieme con tavolate imbandite e colorate, noi genitori e fratelli piccoli in cortile in stile Dickens diceva l'invito, con tre bracieri, tanti lampioncini e Gluhwein. Ovviamente ho proposto una superminestrona corroborante e altrettanto ovviamente tutti hanno accettato.

Arriviamo alle 17:30 in bici da carico carica: 3 pentoloni di minestra avvolti in piumini e cuscini, tre thermos di Gluhwin senza vino per gli astemi, mestoli e un Ennio giubilante che annunciava a tutti da sotto il piumino "Ho tre pentole di minestra e le ha fatte la mia mamma" (se un giorno dovessi decidere di commercializzare le minestre al mercato userò lui come imbonitore).

Orso, prontamente ritirato dall'asilo e infilato in un paio di calzamaglie e pile extra ("ho i pantaloni di Peter Pan" annunciava, che è stata una mia trovata geniale per riconciliarlo con le calzamaglie che non metteva da tanto) era contento della festa, ma neanche his usual self.

"Non è proprio stata la sua giornata" mi avverte la favolosa maestra Bianca/nera, che per l'occasione si è fatta fare una serie di treccine a salsicciotto che sono una meraviglia. (Anche le maestre dell'asilo hanno la festa di Natale stasera, solo loro stanno dentro al caldo). "A me mi sa che non è la sua giornata da tre settimane", replico e Bianca/nera concorda.

La maestra Bianca/nera e Noa sono state all'inizio motivo di discussioni serie all'asilonido sul fatto che alcuni hanno la pancia nera, altri ce l'hanno rosa, che non si comincia mai abbastanza presto ad abituarcisi.

Alla festa Orso non smentisce le previsioni: è affascinato come sempre dalle fiamme, ma stavolta ne ha paura, anche se sta in posizione strategica, dall'alto del castelletto-scivolo a guardarle. Mangia una ciotolona di riso tiepido, poi ha sete, poi piange, poi ha freddo alle mani, poi piange, poi andiamo a scaldarci le mani al termosifone e ci mettiamo i guanti, poi piange che non gli entrano i pollici nei guanti, poi che le sue dita sono troppo corte per riempire i pollici dei guanti. "Mamma, voglio i pollici lunghi" urla.

Messaggio chiarissimo: "Orso amore della tua mamma, vogliamo metterci nel cassone della bici sotto le coperte al caldo?"

Vuole, per fortuna. Lo metto sopra i cuscini, ancora caldi delle pentole, lo arrotolo nel piumino, in 30 secondi dorme. Poi arrivano Oma e Opa a prelevarli tutti e due per un soggiorno nonni prenatalizio, lui ancora dorme, si è svegliato lì stamattina e al telefono ci ha comunicato che dai nonni è già Natale, perché c'è l'albero.

Però per un'oretta, nel cortile della scuola, dormiva pacifio al gelo come il bambinello. Che anche quello, e non solo l'albero, fanno tanta atmosfera di Natale.

2 commenti:

graz ha detto...

No, questa cosa non mi è chiara. Come sarebbe la festa alla scuola materna con i titolari al caldo e genitori e fratelli altri al freddo ed al gelo??? Ma chi è il direttore, Erode?? E meno male che il soccorso minestra è intervenuto perchè a colpi di gluhwein a scaldarci si rischia la cirrosi ... Ciao, graz

Trasparelena ha detto...

Molti Auguri!!
cos'è il Gluhwein?