venerdì 23 novembre 2007

Rottamazione vibratori inadeguati

Si, certe cose possono succedere solo ad Amsterdam, e meno male che le fanno. Dopo le aziende con una coscienza che decidono di ritirare prodotti perché non adeguati, decisamente pericolosi, non funzionano ecc., poteva mancare la rottamazione vibratori? Che è vero che gli olandesi il marketing fondamentalmente lo hanno inventato loro a partire da come si gestiscono la festa di Sinterklaas, ed è vero che credono di avere una coscienza sociale e un istinto emancipatorio nei confronti di tutto e tutti, anche di chi non vuole essere emancipato, ed è vero che sono famosi nel mondo più che altro per quei sex-shop con cazzoni di plastica spaventosi in vetrina che stanno su tutti i percorsi turistici, che poi la gente se gli chiedi cosa hanno visto ad Amsterdam pare che vedano il quartiere a luci rosse e le vetrine del sex-shop e poco più (tipo la casa di Anna Frank o il Van Gogh), ed hanno questo alto tasso di Internettizzazione che ormai anche il barbone a momenti ha la sua webpage, ma mettere tutto ciò insieme ha del genio.

Onore al genio, quindi. Si comincia con un sito dedicato (vedi link), in cui un testo di un equilibrio splendido tra marketing, coscienza sociale, uso e funzioni del dildo e vari altri aspetti che ora mi sfuggono, che non sono stata mica a farci l'esegesi, che io sono di quelle che le vetrine dei sex-shop mi mettono l'ansia da prestazione e allora evito di soffermarmi sulla cosa, dicevo il sito che spiega la faccenda.

Premettere, l'iniziativa parte da un negozio di vendite per corrispondenza dedicato soprattutto, anche nel nome, alla clientela femminile, che si sa, non siamo tutte proprio così tanto emancipate da andarcene belle fresche nel sex-shop dietro l'angolo a vedere le primizie della nuova stagione quando ci gira di fare shopping. Per dire che come minimo, se ci dobbiamo comprare le palline quelle per fare yoga, diciamo che dobbiamo fare un regalo a una che ha appena partorito e deve rifarsi il pavimento pelvico duramente provato dalla cosa. Signora mia, che secoli di repressione della sessualità femminile ancora si fanno sentire.

Allora, l'azienda ci informa che purtroppo è un settore ancora selvaggio e non autoregolamentato, per cui esistono tante ditte che si improvviano, tanti prodotti proprio inadeguati, nel senso che non fanno effetto, o ne fanno di meno di quello che ci piacerebbe, o non sono ergonomici, o sono fatti di materiali inadatti o dio ne liberi, decisamente tossici. Al che mi viene la nostalgia per il dildo d'avorio con i bassorilievi del Kamasutra di cui ho letto in Fanny Hill. L'avorio non è tossico e da quello che ho letto quello lì di Fanny Hill manteneva proprio tutte le promesse. EEEh, i prodotti di massa non sono più quelli di una volta che facevano per le elite.

E per ovviare a tutto ciò, dicono, hanno deciso di dare avvio ad un'azione di rottamazione dei vibratori vecchi, in cambio di uno nuovo. Hanno creato un furgoncino fattapposta con il logo di "scambia il tuo vibratore" che, esattamente come il furgoncino per la raccolta dei rifiuti chimici, si troverà in date stabilite in determinati posti (a cominciare da piazza Dam) dove le donne potranno accorrere in massa a far rottamare il vibratore vecchio in cambio del nuovo. Bello, non vedo l'ora, che ho sempre sospettato che il mio - regalo per Sinterklaas - fosse una ciofeca. Mi pare fosse stato comprato proprio da loro, ma prima che acquisissero la coscienza sociale. Buttarlo via non avevo il coraggio, era un regalo e poi praticamente nuovo. Rottamarlo mi sembra un'opzione responsabile ed ecologica, valà che mi decido. Vado a leggermi come funziona la cosa.

Non finisce qui: ci sarà una festona di scambio, bisogna iscriversi che le richieste sono maggiori di quello che pensavano, e poi vai alla loro festa nell'unico punto vendita fisico che hanno (in Vijzelsgracht, se interessa), con il tuo bravo numerino di prenotazione che hai fatto su Internet, consegni alla hostess il vecchio e nel corso della festa ti consegneranno il nuovo, che non si sa com'è, che è una sorpresa, ma tratto dalla nuova collezione di The Fun Factory, che ha anche un bel sito tradotto in Italiano, il che la dice lunga. I siti della maggior parte degli altri paesi sono in inglese. Fosse che c'è mercato, da noi, e per questo investono nella traduzione del sito.

La cosa che dicono en passant è che ci sarà tanta stampa, e quindi si faranno riprese e foto. Che è il motivo che mi ha decisamente scoraggiata dal partecipare, che per una volta che sono stata in TV a commentare sulla cattura di Provenzano, in orario tardissimo, con il cappello in testa che mi mimetizzava, ancora incontro gente che dice di avermi vista.

Meglio non rischiare di dovermi sentir dire "Ma sai che ti ho vista in TV a farti cambiare il vibratore, com'è, funziona bene, no che anch'io pensavo di prendermene uno ma l'Associazione consumatori ancora non lo fa il test comparativo e allora volevo chiederti come ti sei trovata con questo, che se ne sentono tante". Ecco, ribadisco, io continuo a essere la bimba tirata su dalla prozia monaca di casa, la mia emancipazione in proposito è all'anno zero e lo stomaco per mettermi in una cosa del genere non ce l'ho. Però per dovere d'informazione, ve la dovevo raccontare, spero qualcuno me ne sia grato un giorno, che una coscienza sociale ce l'ho anch'io.

Ah, stavo per dimenticare la cosa migliore: che ci fanno con tutti i vibratori rottamati? Un'opera d'arte di non so chi, che faccio fatica ad imaginarmela, l'unica cosa che ci farei io di artistico è un gigantesco Mobile con tutti i vibratori accesi contemporaneamente, da appendere all'obelisco di piazza Dam. O a una di quelle carrucole tipiche per porte i mobili nelle case sui canali, magari giusto quella che sporge dalla casa di Anna Frank.

PS Vedi amichetta mia tenera, tu te ne vai un paio di settimane ai Caraibi di novembre e ti perdi tutte queste belle cose. Poi mi tocca aggiornarti, contenta che lo faccio?

7 commenti:

MarinaV ha detto...

Tesoruccia, tra le repliche infinite di AT5 l'avevo beccato anch'io questo servizietto...
Ma ti sono grata per avermi pensato al momento di tale argomento.
Cari saluti dall'alunna preferita delle suore di Via Casilina...

Anonimo ha detto...

Sono anni che mio marito insiste perché veniamo a vivere in Olanda. Devo preoccuparmi? :-)

Forse se un giorno faranno un gioco di ruolo per masochisti in un acquario lavoreremo insieme.

Mammamsterdam ha detto...

Non so Chiara, se devi preoccuparti, ma ad Amsterdam ci vivo proprio bene. È il resto dell'Olanda che non so se consigliarvela. Voglio dire che una roba del genere chi altro poteva inventarsela se non qualcuno qui? Dovresti sentire cosa fanno a Radio Onda Gaya con PapaRatzi. Li trovi mi pare il 1 martedi del mese su www.salto.nl, cliccki su wereld FM e poi su live in alto a destra, dalle 20 alle 21. Cerca anche Liberalaradio su youtube, è un'altra delle nostre redattrici sbarellate che secondo me potrebbero piacerti (me mi senti il 18 dicembre, non è una pubblicità). Certo, dalle 20 alle 21 non è un orario da madri di capoccioni, ma insomma....

Anonimo ha detto...

Se veniamo in Olanda è perché il dring (oltre ad amare Joan Cruyff sopra ogni cosa) ritiene che sia il paese ideale per i ricercatori. Mi sa che un vibratore non l'ha mai visto nemmeno disegnato.
Comunque farò tesoro di ogni consiglio tuo o di chi ci vive o ci ha vissuto (e magari lo porto a fare un giro al museo del sesso, avistomai...). Se poi il capoccione mi dà tregua, il 18 sarò tutta orecchie.

Sigrid ha detto...

mannoncipossocredereeee :-) Ma come fai a parlare - e scrivere - l'ollendese così, da italiana insomma! E spaventoso, sul serio! :-) (si vabbe vengo dall'altro tuo blog :-) però bello incontrare gente che ha fatto un percorso in senso inverso rispetto al mio, Aaahhh, l'Europe! :-)) (vabbe che mo' ti becco il feed e non ti lascio più :-)

graz ha detto...

Ciao, ho appena scoperto il tuo blog via il Cavoletto. Sono tutta un'emozione perchè mi sei sembrata il faro sulla via di Damasco. Il fatto è che il mio moroso, olandese doc, ha deciso di ritornare in patria, con la sottoscritta come bagaglio al seguito. A casa lasciamo i miei due 'pargoli' di 22 e 20 anni che non hanno ancora smesso di ringraziare la loro buona stella da quando glielo abbiamo detto. Io alterno momenti di incuriosita aspettativa a momenti di ansiosa preoccupazione (specie quando penso agli zucchini ed alle carote olandesi che sembrano piuttosto gambe di tavolino) (o anche quando penso ad imparare la lingua che fino ad oggi me la sono scampata con la scusa che tanto viviamo in Italia). Se hai tempo per qualche chiacchiera off-line mi piacerebbe scriverti via mail. Se 'pò 'ffà secondo te? Ciao, graziella (se questo comment risulta doppio è perchè mi sono incasinata con la registrazione a Blogger. Scusa & cancella, pls)

Mammamsterdam ha detto...

Graz, quando vuoi, vedi se il link Mamma at work sulla colonna destra funziona e fatti sentire.